venerdì 31 gennaio 2014

Del disastro maggioritario nelle Regioni, o dell'opportunità di una riforma


Con la riforma costituzionale del 2001, mentre si ampliavano ruolo e competenze delle Regioni, si stabilì anche di rafforzarne la capacità operativa. Le responsabilità trasferite richiedevano Regioni in grado di gestirle con efficacia.

Le politiche di accentramento statale, che pure resistevano in qualche parte dell’amministrazione, erano fallite: un giudizio concreto e confermato nei decenni, sull’esito dell’organizzazione umbertina post-unitaria, sugli effetti del modello statuale fascista, sulle dispersioni e inefficienze dello stato accentrato repubblicano. Una lunga battaglia politica e una densa letteratura guardava al decentramento e anche al federalismo, da Sturzo a Gobetti, da Cattaneo al dibattito della Costituente, da Salvemini a Emilio Lussu e poi fino alla Lega. Poi, più sommessamente, il decentramento e la sua attuazione si preparavano con libri, decisioni, azioni di sindaci, partiti, uffici di programmazione, centri di competenze, di discussione e di elaborazione.