martedì 29 settembre 2015

Tagli e riforme, ma la politica è assente

(Lo Spiffero, 28 settembre 2015)

Esiste uno scarto profondo tra la realtà e  la politica che si osserva in Piemonte e a Torino. Si pensa ancora alla Regione e ai Comuni ancora come semplici distributori di spesa, si ammucchiano proposte di legge regionale e mozioni per le favorire le aree montane, lo stipendio minimo, gli abbonamenti degli studenti. Si profila ancora la costituzione di commissioni regionali sull’endometriosi o  sul monitoraggio dei servizi pubblici, come se già non esistesse l’Agenzia per i servizi pubblici locali, come rileva Carlo Manacorda sullo Spiffero. Insomma, si continua come negli anni Novanta, o come se al governo regionale ci fosse ancora la Bresso.


Le forze politiche di maggioranza e opposizione procedono come se nulla fosse, come se un taccone o un intervento di Renzi potesse salvare la continuità con il passato. Eppure il Consiglio regionale già a settembre dovrà ingollare il boccone, votandolo, della certificazione del disavanzo 2013 a 5,2 miliardi di euro come già accertato dalla Corte dei Conti.









Mamma e Regione


(Gazzetta Matin, 28 settembre 2015)

I soldi sono finiti. Anche le mamme con i bimbi al nido lo han capito, dopo le imprese di costruzione, i professionisti, i forestali. Con la loro intensa e umana presenza in tribuna del Consiglio Valle hanno avuto il merito di segnare un chiaro passaggio politico, perché i tagli sono davvero arrivati nel profondo della nostra vita quotidiana. 

Tuttavia, se è vero che nulla sarà come prima, neppure non si sa come sarà dopo. In Regione si continua a pensare alla vecchia maniera. Il perimetro della spesa si è ridotto, ma maggioranza e opposizione sono sempre concentrate su come distribuire le risorse, seguendo addirittura la moda del reddito minimo. Si fa qualcosa in meno con meno soldi, si accorcia il braccio, si cerca di tener buoni tutti. Eppure il temporale, la tempête au dessus de nos montagnes rumoreggia sempre più forte. Sembrava che l’accordo del 2010 costituisse già il fondo della pentola: fine dei milioni sostitutivi dell’IVA da importazione, contributo di solidarietà alla crisi finanziaria statale, minimo effetto dell’aumento ai 10/10 delle imposte. 

Il fondo è invece ancora più in basso. Il 21 luglio un accordo tra il ministro del Tesoro Giancarlo Padoan e il nostro Presidente chiudeva i conti del passato mentre annunciava nuovi tagli: tra fine luglio e oggi si è capito che mancano 70 milioni. Altri tuoni si annunciano, per esempio sulla revisione dello Statuto e sulle competenze regionali, appena passata la riforma Boschi dopo il 15 ottobre. Seguirà la discussione sul ruolo delle partecipate come la nostra CVA, una specie di ENI che trivella fuori Valle, e il cui bilancio è maggiore della Regione stessa. E’ faccenda serissima: su iniziativa del Commissario alla spending review Yoram Gutgled, su pressione della finanziaria nazionale sottoposta il 30 novembre al severo giudizio dalla Commissione europea e seguendo i paterni suggerimenti dell’Eurogruppo all’Italia. Un’armata sufficiente per portare altri colpi decisivi, anche nella piccola Valle d’Aosta.

Nelle facce in tribuna e nell’aula del Consiglio regionale domina però l’incertezza sul domani. Ma allora, se nulla sarà come prima, forse non basta tagliare. Bisogna forse cambiare concetti e strumenti, il modo di guardare le cose. Bisogna sin da ora riconoscere la realtà e immaginare un accettabile futuro oltre le rovine.  Diverso da quello di ieri, ma sostenibile, e per il quale occorre nuova politica e nuova visione.

Enrico Martial

venerdì 11 settembre 2015

Non rifiutare le politiche dei rifiuti


(Lo Spiffero, 10 settembre 2015)


Fa bene Chiamparino ad affermare che non è necessario un secondo inceneritore per gestire in modo autosufficiente i rifiuti piemontesi. È invece un peccato rilevare non solo la confusione ma il ritardo politico e culturale con cui la Lega Nord, per voce del suo responsabile per le politiche ambientali (qui sullo Spiffero) affronta la questione. È comprensibile solo perché fa il paio con il ritardo italiano sul tema dei rifiuti, in particolare in alcune regioni.

L’incenerimento è una soluzione in via di superamento. Le politiche occidentali, dei Paesi europei e dell’Unione europea puntano alla riduzione della quantità del rifiuto in discarica, per mezzo della differenziazione, del riuso e della riduzione in origine. La questione non è solo tecnica, di sigle come ATO, ISPRA, CCS e TMB: è anzitutto politica, cioè di posizionamento del Piemonte (e dell’Italia) sulla questione. La Lega, ma anche una parte dell’amministrazione centrale (come in una parte dello “Sblocca Italia”) conferma una predilezione per il passato. Anche la responsabile torinese del forum sull’ambiente PD (qui sullo Spiffero) trova ancora oggi la scorciatoia dell’incenerimento come  rassicurante rispetto al rifiuto per strada a Napoli e a Palermo.

Invece in Danimarca, Svezia, Germania gli inceneritori di 10-15 anni fa mancano ora di carburante, perché è andata avanti la raccolta differenziata. La Scozia è da ascoltare in Lega non solo per le questioni di indipendenza ma anche per lo “zero-waste-scotland”. La prospettiva politica di dopodomani  è persino nell’economia circolare, su cui è aperta in questi giorni la consultazione pubblica della Commissione europea. Anche l’economia cambia: in Italia, rispetto alle lobby che vogliono costruire casermoni da rifiuto da 120 milioni di euro, il mercato dei consorzi di riciclo si è meglio irrobustito, così come quello delle imprese che raccolgono, separano e rivendono. Il solo fatturato del riciclo degli imballaggi (CONAI e indotto) supera i dieci miliardi di euro annui.

Il Piano di Chiamparino ha il merito di restare nelle linee guida europee e di tendere a una riduzione dei rifiuti che faccia superare il problema. Il compito culturale della politica è di stare almeno al passo, di guardare avanti e non indietro: alla Scozia e a Berlino, per superare i cassoni verdi che mescolano vetro, cartoni e organico, inguardabili nel centro della Torino del 2015.

*Enrico Martial, coordinatore Scelta Civica Piemonte





http://www.lospiffero.com/ballatoio/non-rifiutare-le-politiche-dei-rifiuti-1845.html