venerdì 1 febbraio 2013

La proposta di azzeramento dell’IRAP in Valle d’Aosta

FARE per Fermare il Declino Valle d’Aosta



Cos’è l’IRAP
L'Imposta Regionale sulle Attività Produttive (IRAP) è nata con il DL n.446/1997 con il ministro Visco e con la Finanziaria per il 1998. L’intenzione (lodevole) era di riunire in una sola e quindi semplificare sette tasse pagate dalle imprese e dai lavoratori autonomi (contributi sanitari, tassa sulla salute, Ilor, Iciap, patrimoniale per le imprese, tassa annuale sulla partita Iva, tasse di concessione comunale). In secondo luogo si tentava di istituire un’imposta “regionale” che affidasse alle Regione un’autonomia impositiva, con la possibilità di permetterne la manovrabilità delle aliquote. In origine vi era anche il vincolo di destinazione – presto venuto meno - al sostegno della spesa sanitaria delle Regioni.

Tutte le imprese, dalle grandi industrie ai commercianti e artigiani pagano l’IRAP sul valore della produzione netta (il reddito prodotto al lordo dei costi per il personale e di oneri e proventi di natura finanziaria). È l’unica imposta sulle imprese proporzionale al fatturato e non all’utile. Anche gli enti e le amministrazioni pubbliche pagano l’imposta, che in questo caso viene calcolata sul costo del personale. Per le caratteristiche dell’imposta e per la somiglianza con l’IVA, la Commissione europea avviò contro l’Italia una procedura di infrazione, che rientrò (a fatica) nel 2006.

Le aliquote inizialmente fissate al 4,25 (e 8,50 per le amministrazioni pubbliche) sono state progressivamente ridotte fino a circa il 3-4%, con la manovrabilità di un punto percentuale verso l’alto e verso il basso, con aggravi e deduzioni in funzione del tipo di impresa.

In Valle d’Aosta l’aliquota nel 2012 era del 2,98% per il principale gruppo di imprese, con variazioni in aumento e in diminuzione per alcune tipologie di attività economiche (cfr. sito Regione VdA http://goo.gl/3ppHX). La Regione aveva stabilito in linea generale di applicare la riduzione dello 0,98% prevista dalla l.r. n.30/2011.

Vi è una tendenza generale alla progressiva riduzione e a termine eliminazione dell’imposta. Lo Stato centrale non riesce a eliminarla perché esita (cioè perché esitano le Regioni) nel tagliare in modo deciso le spese, con il risultato di faticare a mantenere l’equilibrio di bilancio e a contenere l’aumento del debito (in cui sono contabilizzati anche gli squilibri delle Regioni). Per esempio, la Regione Piemonte combatte in questi mesi con uno squilibrio di circa 800 milioni di euro (dovuti a problemi finanziari nella gestione della sanità) e con circa 10 miliardi di debito. E non è l’unica Regione in queste condizioni.


L’impatto dell’IRAP sul bilancio regionale e sulle imprese
Semplificando, un’impresa valdostana con una produzione netta di 100.000 euro, come un esercizio commerciale con pochi addetti, paga circa 3.000 euro all’anno, che finiscono nelle casse della Regione Valle d’Aosta.
Tenendo a riferimento il consuntivo 2009, il gettito è di circa 85 milioni di euro, di cui una parte viene dagli enti e amministrazioni pubbliche (aliquota 8,5%) e dai soggetti e imprese privati (aliquota in generale 2,98%, ma agricoltura 0,9%).
                
Per la parte pubblica, si tratta in sostanza di una “partita di giro”. Se prendiamo per esempio un ente pubblico regionale, questo riceve da un lato le risorse finanziarie per il suo funzionamento dalla Regione, a cui poi paga l’IRAP per l’esercizio in corso. Degli 85 milioni di gettito i soldi che escono dalla Regione per andare ai soggetti pubblici e poi rientrare in Regione come IRAP sono da noi stimati in circa 40 milioni (ci riferiamo a dati 2008[1]). Le imprese private contribuiscono al gettito IRAP che va alla Regione per circa 45 milioni di euro.

Si tratta di un importo prudenziale, perché si fonda su dati di consuntivo (e quindi accertati) relativi al 2009. Se volessimo fare una stima per gli anni più recenti, cioè per esempio una previsione per il 2011 e il 2012, possiamo indicare cifre più contenute, e cioè un gettito di 70-72 milioni di euro, di cui 40-42 milioni di euro di “partita di giro” di IRAP relativa alla pubblica amministrazione e circa 30 milioni di euro di IRAP dei soggetti economici propriamente detti, cioè delle imprese.

oggetto
Consuntivo 2009
Stima 2011
IRAP totale
85 mln
70-72 mln
IRAP amministraz. pubblica
40 mln
40-42 mln
IRAP imprese e privati
45 mln
30 mln
elaborazione su Bilanci Regione Valle d’Aosta e su dati ISTAT /valori in EUR

Parte privata. Sul negoziante di via Conte Crotti ad Aosta o di Saint-Vincent, sull’artigiano di Valpelline, di un bar di la Salle, l’IRAP ha un peso molto rilevante, in particolare sulla sensazione di subire un’imposizione fiscale eccessiva, tale da provocare un sentimento di rinuncia, oppure di resistenza-rassegnazione. Ha una incidenza chiara ed evidente, quando il commercialista annuncia l’importo al “soggetto di imposta”, che in linguaggio comune si chiama “imprenditore”. Ha un effetto quindi sul “sentiment”, oltre che sulle tasche dell’imprenditore, con il risultato di soffocare e limitare l’attività di impresa, gli investimenti e le nuove iniziative, e l’occupazione.

Invece, nel bilancio della Regione, anche nell’ipotesi meno favorevole, l’imposta pesa  molto poco, è quasi irrilevante: riguarda il 2,9% delle entrate (45 milioni su un bilancio di circa 1550 milioni del 2009) e meno del 2% con riferimento alle nostre stime per il 2011 (30 milioni pesano per 1,94%).

La revisione della spesa che ha iniziato la Giunta Rollandin (senza dichiararla a programma come spending review) può recuperare la somma con relativa facilità (si pensi ai costi di funzionamento del Consiglio regionale, che possono passare rapidamente da 15 milioni di euro a 10 milioni di euro all’anno, o all’accorpamento e semplificazione delle partecipate e controllate, come la società Autoporto).

L’azzeramento dell’IRAP ha quindi un impatto che è modesto sul bilancio regionale ma è assai significativo per le imprese. Il risparmio di spesa del 2% sul bilancio regionale può avere un effetto positivo sul sistema economico valdostano e in tre ambiti:

  • sul “sentiment”, sulla fiducia delle imprese, come impulso all’intraprendenza economica, cioè alla possibilità di sviluppare ma anche creare impresa (e quindi posti di lavoro) nelle attività esistenti e in quelle nuove;
  •  sull’attrattività territoriale, per ridurre la “sotto-attrattività valdostana” rispetto ad altri territori italiani ed europei, penalizzata dall’isolamento naturale, dai costi di trasporto (elevate tariffe autostradali e per i trafori), dalla debolezza dell’infrastruttura delle comunicazioni (ferrovia desueta e in regime monopolistico), assenza reale di offerta di rete a fibra ottica, digital gap  (banda assente oppure a 640kb/sec) nelle valli laterali e in media montagna. Si tratterebbe di un miglioramento, ma certo non tale da rimettere in condizioni di parità la Valle d’Aosta con aree territoriali più favorevoli del Piemonte o della Lombardia (per non parlare dello scarto di condizioni con la Francia vicina o con la Svizzera, dove l’IVA è all’8% e l’imposta sulle persone fisiche varia tra il 2,5% e il 30%);
  •  sul miglioramento reale delle condizioni economiche delle imprese. Infatti, pur gravando il contributo per circa il 3% della base imponibile, anche supponendo con prudenza una pressione fiscale complessiva di circa il 50%, si produrrebbe un aumento del risultato netto dopo le imposte di almeno il 6%.


L’azzeramento dell’IRAP avrebbe quindi un’incidenza favorevole sul PIL regionale (o almeno un contrasto alla sua riduzione). Rileviamo che se aumenta il PIL aumenta anche il gettito per la Regione, con un effetto di compensazione rispetto al minor gettito stimato. La stessa amministrazione regionale, anche pensando solo al proprio bilancio ha un interesse materiale all’aumento del PIL, e dovrebbe essere direttamente motivata a questa operazione.

L’impatto sarebbe presumibilmente più favorevole per le aziende che presentano un maggiore peso del costo del lavoro sul valore aggiunto e per le imprese non di capitale. Per quanto riguarda i settori abbiamo svolto una stima della base imponibile e imposta netta per settore che indica per esempio un effetto positivo sul sistema del turismo e dei servizi come il commercio, l’alloggio e la ristorazione (15,7% pari a circa 6,8 mln di imposta), le costruzioni e i lavori di costruzione specializzati (12,2% pari a circa 5,3 mln di euro di imposta nel 2008).


Base giuridica
Il D.Lgs 6 maggio 2011, n. 68, “Disposizioni in materia di autonomia di entrata delle regioni a statuto ordinario e delle province, nonché di determinazione dei costi e dei fabbisogni standard nel settore sanitario” all’art. 5 dispone che “A decorrere dall'anno 2013 ciascuna regione a statuto ordinario, con propria legge, puo' ridurre le  aliquote  dell'imposta  regionale sulle attivita'  produttive  (IRAP)  fino  ad  azzerarle  e  disporre deduzioni  dalla  base  imponibile.”         

Per la norma prevista per le Regioni a statuto ordinario si prevede l’applicazione anche alle Regioni a statuto speciale e alle Province autonome, richiamando la clausola di maggior favore di cui all’art. 10 della l.cost. n.3/2001, che adegua la normativa alle speciali per le parti in cui si prevedono forme di autonomia più ampie rispetto a quelle già loro attribuite.


L’inquadramento della proposta di azzeramento dell’IRAP
in FARE per Fermare il Declino
Il punto 3 del programma di FARE per Fermare il Declino prevede la riduzione “della pressione fiscale complessiva di almeno 5 punti in 5 anni, dando la priorità alla riduzione delle imposte sul reddito da lavoro e d'impresa”. In particolare “Per quanto riguarda l’Irap, l’obiettivo nell’arco della legislatura è quello di eliminare completamente questa tassa. L’eliminazione deve procedere di pari passo alla riduzione della spesa.”

Per la Valle d’Aosta tale azione può essere realizzata a partire dal 2014 riducendo in modo corrispondente la spesa per lo stesso importo, secondo l’azione di spending review avviata dalla giunta Rollandin, da perfezionare su alcuni ambiti (per esempio 5 mln di minore spesa di funzionamento del Consiglio regionale, risparmi da accorpamenti e riduzioni di partecipate regionali, riduzione delle spese di funzionamento con l’occupazione di nuovi uffici e locazioni, ecc.). Si noti anche che la Provincia di Bolzano ha azzerato l’IRAP per le nuove imprese già dal 2013, mentre in Valle d’Aosta il tema non è neppure emerso, né dalla parte del governo regionale, né dalla maggioranza né dall’opposizione e neppure dall’amministrazione regionale.


L’effetto sulla concorrenza territoriale
L’azzeramento dell’IRAP per singoli territori regionali – e non in modo omogeneo per tutto il territorio nazionale - costituisce uno stimolo alla complessiva riduzione della spesa pubblica e alla maggiore responsabilità delle Regioni e delle Province autonome. Il processo di azzeramento dell’IRAP “Regione per Regione” stimola una concorrenza territoriale – un sorta di “federalismo competitivo”, come in Svizzera, in Germania o negli Statti Uniti -  benefica per lo sviluppo della responsabilità pubblica nella gestione della spesa e del rapporto tra sviluppo economico e entrate degli enti regionali.

Il principio di attrattività territoriale sospinge ogni Regione – per non veder migrare le proprie imprese verso la Regione vicina - a migliorare la propria spesa per adeguare il proprio grado di competitività, con una tendenza al miglioramento della qualità della spesa, al suo contenimento e anche alla sua contrazione (come nel caso della concorrenza territoriale tra Veneto, Provincia di Trento e Provincia di Bolzano).

Nel caso della Valle d’Aosta l’azzeramento dell’IRAP produrrebbe tuttavia soltanto un riavvicinamento livello di competitività di Piemonte e Lombardia, che presentano una migliore offerta nei servizi, in quantità, diversificazione e tipologia (es. banda larga, servizi finanziari, competenze e risorse umane), nella posizione di rete e nell’accessibilità, rispetto alla situazione di nuovo isolamento della Valle d’Aosta per scarsità di infrastrutture ferroviarie sottoposte a regime di monopolio nell’esercizio, rigidità  nelle concessioni stradali, nonché elevate tariffe d’uso.
25 gennaio 2013



[1] Lo scopo dei numeri forniti è offrire degli ordini di grandezza; i dati sono stati ottenuti dalle informazioni disponibili sul sito della Regione Valle d’Aosta www.regione.vda.it e da dati ISTAT sulle attività economiche. L’amministrazione regionale tratta ovviamente dati più aggiornati che saranno disponibili in seguito, o su diretta sollecitazione, per gli anni più recenti. Su tali nuovi dati potranno essere svolti ulteriori approfondimenti e analisi.