(Gazzetta Matin, 21 dicembre 2015)
Il costo politico delle riforme costituzionali è stato alto,
la maggioranza è indebolita in Parlamento, le comunali 2016 preoccupano, Renzi reagisce ma ha cambiato registro. Da un lato
ha rilanciato strumenti del consenso (finanziaria a debito, concessioni stile
80 euro) dall’altro ha rallentato sulle riforme, scaricando varie
responsabilità sull’Europa, dalla crisi delle piccole banche ai migranti.
In questo clima, la pressione sulla Valle d’Aosta sembra
diminuita. Come annunciato dall’accordo di luglio tra il presidente Rollandin e
il ministro dell’economia Padoan, arrivano i primi 50 milioni di euro relativi
all’accisa passata, e sono in vista altri segnali positivi.
Si tratta di una boccata di ossigeno non solo economica ma
anche politica per il governo regionale e il suo presidente, che pure hanno di
fronte varie matasse da sbrogliare, dal Casinò alla sentenza sui rifiuti, alla
gestione speciale di Finaosta. Pur temporaneo, è un clima sufficiente a
rafforzare il governo, a ridurre l’urgenza delle riforme, a ritardare l’ulteriore
allargamento della maggioranza, a continuar a far nomine come in passato, per
esempio nell’APS aostana. Facilita il ritorno al Principe Solitario, che dopo
la finanziaria si sente più sicuro, com’è avvenuto nel caso dei nuovi 20 milioni
di prestito al Casinò.
Eppure i problemi di fondo rimangono. La Valle rimane poco
competitiva: la stessa Lavazza che lascia la Valle si prepara ad investire 100
milioni di euro in uno stabilimento a Torino. Il dibattito sulle infrastrutture
è disturbato da cortine fumogene e teatrini, ma riguarda il tema economico
dell’accessibilità e della mobilità interna. La macchina amministrativa
continua a perdere colpi, dalla sanità all’agricoltura.
Almeno in questa settimana natalizia, dovremmo allora
sperare in un principe illuminato, che guardi non soltanto al galleggiamento,
ma al medio termine, sui trasporti, sulla fiscalità, sull’educazione, sulla
semplificazione. Dovremmo sperare in uno
sforzo di lungimiranza, perché il mondo va avanti. La COP21 avrà effetti sulla
Valle dei prossimi quindici anni, gli investimenti tecnologici cambieranno
nuovamente il modo di produrre e consumare, la popolazione si sposterà ancora.
Difficile
però essere ottimisti, persino in questi giorni di festa: l’immagine dominante
è quella del principe cinquecentesco circondato da pochi duchi in vociante ritardo,
in attesa che arrivi lo spagnuolo.
Enrico Martial