mercoledì 9 dicembre 2015

Il Bilancio del Bilancio

(Gazzetta Matin, 7 dicembre 2015)

La legge finanziaria regionale è stata approvata dopo quattro giorni e un discreto fiume di parole, da cui bisogna districarsi per capire il nuovo 2016.

La legge è arrivata in Consiglio già fatta e finita: un po’ di debiti in più che corrispondono a investimenti su settori puntuali (ma senza vera programmazione), tagli al welfare, e un po’ di spese presidiate e intoccabili.  Presidente e Assessore alle Finanze hanno fatto un discorso simile: crisi ma continuità con il passato e speriamo per il 2018 di avere un po’ più di soldi. Il relatore della legge, Leonardo La Torre, ha parlato una lingua diversa: c’è grasso ancora da tagliare, bisogna guardare le cose in modo nuovo e ristrutturare. Erano voci discordanti, con clima sottostante d’insicurezza. La legge era forse blindata, ma anche debole. Con questa consapevolezza, e per portarla a casa in fretta e con minor danno, il presidente ha quindi aperto a qualche emendamento e alla concessione di promesse future.

Su questa finestra è nata una prima pista politica. E’ stata tracciata sia dall’opposizione sia da pezzi della maggioranza che parevano risorti, con alcune mozioni su semplificazione amministrativa, sviluppo economico interno (pur nella forma poetica della Zona franca ma anche su partecipate e agricoltura), su alcuni cuscinetti sul welfare. Sono mozioni d’indirizzo per loro natura tutte da realizzare, con passaggi in Commissione e verifiche, ma sono anche segnali di cambiamento, pur settoriali. Perché su altri punti, come sanità e ferrovia invece c’è stato un muro, che figura adesso come punto di debolezza dei due assessori in trincea. In breve: legge blindata ma politicamente debole, che ha richiesto una prima apertura politica alla stessa maggioranza e alle opposizioni.

Raccolto il risultato, il Presidente potrebbe ora tornare a fare il capo solitario come sempre, e sarebbe la scelta più facile e scontata. Oppure siamo veramente in una fase di passaggio, per le tegole che volano e che prima o poi atterrano, dall’appalto Piro alla nuova contabilità e gestione speciale di Finaosta, al Casinò o a cose che ancora non sappiamo. Se l’agenda dovrà essere almeno in parte condivisa con il Consiglio Valle, allora si apriranno spazi politici nuovi. E se vi sarà la necessità urgente di riforme, questa riguarderà più i consiglieri che hanno capito rispetto agli incerti, ai resistenti e ai partiti, che seguiranno come fossero l’intendenza.

Enrico Martial