mercoledì 15 luglio 2015

Consiglio di risveglio

(Gazzetta Matin, 13 luglio 2015)

La politica regionale sembra muoversi sotto il segno della confusione, così come il riequilibrio e l’allargamento di maggioranza. Per semplificare, si riconduce tutto a una questione di poltrone. Invece è qualcosa di più.

Come altrove, le riforme sono diventate un obbligo, il problema attorno a cui attualmente ruota la conservazione e il consolidamento del potere ad ogni livello, da Tsipras a Hollande, da Renzi a Rollandin. Chi le mette in atto acquista forza, stabilizza le questioni economiche e sociali, mette in sicurezza i conti pubblici e quindi la propria posizione di governo. Non è una passeggiata: si devono affrontare proteste, incomprensioni, documenti tecnici e rognosi osservatori. Tispras sopravvive a stento, Varoufakis viene licenziato, Chiamparino e Renzi traballano, Rollandin deve correre. E’ una fase impegnativa per chi governa: con opposizione più facile da contenere, ma obiettivi più difficili da raggiungere.

In Valle d’Aosta, indicatori economici e percezione politica fanno capire che il ritmo delle riforme è inadeguato. Dal punto di vista del Presidente, si tratta al solito di scarsa capacità: incerta comprensione del messaggio e stentata esecuzione, nella maggioranza e nel governo regionale. Ci vuole un repulisti nei partiti e in Giunta, a costo di accentrare ancora. Altri, in maggioranza e all’opposizione rilevano mancanza di visione, di narrazione e di prospettiva: le riforme non spiegano dove si vuole andare, dove si intende portare la Valle d’Aosta. Anche i fatti, che dovrebbero parlare da soli, mostrano i limiti dell’azione regionale. Per esempio, il taglio delle spese sembra limitare il campo delle riforme al solo equilibrio di bilancio: mancano invece iniziative forti sulla semplificazione amministrativa, sulla pressione fiscale, sulla competitività, sulle facilitazioni per le aziende e il lavoro.


La fase che si apre in Consiglio Valle è quindi interessante. E’ possibile che l’allargamento della maggioranza preluda a un semplice ulteriore accentramento del potere, nello stretto perimetro del buon governo dei conti e della macchina regionale. Sarà una strategia utile per salvarsi in Italia, ma insufficiente per sopravvivere in Europa se finirà, fra poco più di un anno, l’iniezione di liquidità da parte della BCE. Nelle prossime settimane capiremo quindi se ci saranno le capacità, per dirla con Renzi, di interpretare l’accelerazione necessaria sulle riforme, in Valle d’Aosta e in Italia.

Enrico Martial