(Gazzetta Matin, 13 luglio 2015)
La politica regionale sembra muoversi sotto il segno della confusione, così come il riequilibrio e l’allargamento di maggioranza. Per semplificare, si riconduce tutto a una questione di poltrone. Invece è qualcosa di più.
La politica regionale sembra muoversi sotto il segno della confusione, così come il riequilibrio e l’allargamento di maggioranza. Per semplificare, si riconduce tutto a una questione di poltrone. Invece è qualcosa di più.
Come altrove, le riforme sono
diventate un obbligo, il problema attorno a cui attualmente ruota la
conservazione e il consolidamento del potere ad ogni livello, da Tsipras a Hollande,
da Renzi a Rollandin. Chi le mette in atto acquista forza, stabilizza le questioni
economiche e sociali, mette in sicurezza i conti pubblici e quindi la propria
posizione di governo. Non è una passeggiata: si devono affrontare proteste,
incomprensioni, documenti tecnici e rognosi osservatori. Tispras sopravvive a
stento, Varoufakis viene licenziato, Chiamparino e Renzi traballano, Rollandin
deve correre. E’ una fase impegnativa per chi governa: con opposizione più
facile da contenere, ma obiettivi più difficili da raggiungere.
In Valle d’Aosta, indicatori
economici e percezione politica fanno capire che il ritmo delle riforme è
inadeguato. Dal punto di vista del Presidente, si tratta al solito di scarsa
capacità: incerta comprensione del messaggio e stentata esecuzione, nella maggioranza
e nel governo regionale. Ci vuole un repulisti nei partiti e in Giunta, a costo
di accentrare ancora. Altri, in maggioranza e all’opposizione rilevano mancanza
di visione, di narrazione e di prospettiva: le riforme non spiegano dove si
vuole andare, dove si intende portare la Valle d’Aosta. Anche i fatti, che
dovrebbero parlare da soli, mostrano i limiti dell’azione regionale. Per
esempio, il taglio delle spese sembra limitare il campo delle riforme al solo
equilibrio di bilancio: mancano invece iniziative forti sulla semplificazione
amministrativa, sulla pressione fiscale, sulla competitività, sulle facilitazioni
per le aziende e il lavoro.
La fase che si apre in Consiglio Valle
è quindi interessante. E’ possibile che l’allargamento della maggioranza preluda
a un semplice ulteriore accentramento del potere, nello stretto perimetro del
buon governo dei conti e della macchina regionale. Sarà una strategia utile per
salvarsi in Italia, ma insufficiente per sopravvivere in Europa se finirà, fra
poco più di un anno, l’iniezione di liquidità da parte della BCE. Nelle
prossime settimane capiremo quindi se ci saranno le capacità, per dirla con
Renzi, di interpretare l’accelerazione necessaria sulle riforme, in Valle
d’Aosta e in Italia.
Enrico Martial
Enrico Martial