(27 luglio 2015)
Ora che la maggioranza è più
ampia, se non più solida, si andrà avanti. Il programma è stato aggiornato con
un elenco asciutto. E’ già in atto al Casinò: nuovi vertici e volontà espressa
di ri-governare un’azienda (pubblica) che una volta produceva reddito e ora
grava tristemente sul contribuente valdostano. Anche un tema urgente come la
scuola ha fatto progressi, fossero anche solo d’immagine: la ministra Giannini è
venuta a firmare un documento sull’adattamento della Buona scuola alla
specialità valdostana.
Il punto in discussione è infatti
l’agenda politica, il programma di cose da fare, scritte e sottintese. Chi
tiene l’agenda è anche chi la governa, chi ne stabilisce le priorità operative
e le modalità, chi organizza e determina le scelte corrispondenti. Per questo
occorre anzitutto sapere cosa c’è in agenda, cosa sta per capitare.
E il bello sono invece gli occhi
sgranati di quelli che propongono, nel calore di luglio, lo stipendio minimo
garantito, o altre proposte alla moda, citando la Serracchiani dal PD friulano
o Piketty, nella totale indifferenza sui costi e sulle ricadute reali. Ritengono che sia quella la priorità dell’agenda.
Dall’Olimpo del secondo piano lo sguardo è divertito, incuriosito, per questo
agitarsi nella caverna platonica. Le cose da fare sono altre e sono scritte sul
Tabellone che permette di superare in velocità e contenuti sia la maggioranza
sia l’opposizione. E quindi veloce legnata alla professionalità di Sergio Rizzo
del Corriere della Sera sulla solidità dei conti regionali, adattamento della Buona scuola alla
specificità valdostana, probabile assunzione di un ruolo sulle riforme
istituzionali e sui disastri del trasporto pubblico e privato. Insomma,
un’agenda di governo, seria o di facciata, ma vera agenda.
La concorrenza politica può
essere positiva. Può portare idee nuove, stimolare e aiutare, far accelerare e adattare
problemi e rimedi, persino facilitare la sostituzione del personale politico. Invece,
a star fuori dall’agenda delle priorità, a far liste di proscrizione a cinque
stelle per un viaggio in autobus all’Expo, a scopiazzare salari minimi che finiranno
per distorcere politiche sociali e di sviluppo, non solo non si va lontano, ma
non si aiuta né la Valle né se stessi. Il manovratore sarà più solo davanti al
tabellone, forse anche più inquieto
sulle decisioni, perché esposto a errori più numerosi e a maggiori rischi
esterni. E resterà comunque insostituibile.
Enrico Martial