martedì 7 luglio 2015

Lezione di Greco


di Enrico Martial
(Gazzetta Matin, 6 luglio 2015)

Malgrado le alte montagne che la proteggono, la Valle è ben inserita nel sistema europeo. I grandi fenomeni economici, sociali e culturali arrivano anche qui.
Il dibattersi greco tra instabilità balcanica e impegno europeo è un grave caso specifico di un processo di decennale trasformazione. L’integrazione europea non è questione buonista o retorica da portare nei licei o nelle bancarelle, ma un’armonizzazione di norme e di comportamenti decisionali, nell’amministrazione, nelle imprese e nei cittadini, come sistema di diritti e di doveri. La stessa Italia si è largamente modernizzata grazie al contesto europeo, per quanto rimangano vivaci sacche di cattiva amministrazione e debole politica. La pace interna tra gli Stati, la stabilità esterna rispetto a un mondo rissoso, e anche uno sviluppo economico aperto in un mondo globalizzato sono risultati visibili anche dal punto di osservazione valdostano.

Le regole sono simili dappertutto, in Bretagna, nel Peloponneso e in Valle d’Aosta, dagli appalti alle norme ambientali, dalle regole di bilancio alla trasparenza e funzionamento amministrativo, e ora nei fatti anche nel mercato nel lavoro. Per noi oggi, esse richiedono capacità di comprensione, di governo e d’azione non soltanto dai vertici regionali, ma da tutto il sistema valdostano. Per stare al passo nell’Europa integrata  è necessario che le nostre scuole, la nostra amministrazione, le nostre imprese – Casinò compreso – funzionino più o meno come fossero in Baviera o in una provincia olandese. Ritardi formativi, eccessi di personale, rigidità corporative, freni all’innovazione, complicazioni cartacee dell’amministrazione sono ostacoli allo sviluppo della Valle. La tempesta che si è addensata dopo la crisi del 2008, ora aggravata con il caso greco, richiede una più alta coscienza e responsabilità di tutti. Occorre migliorare in fretta ciò che facciamo al nostro interno.

Dobbiamo però anche portare un contributo più generale. Malgrado i decennali attacchi di una parte della stampa italiana, la Valle gode di una discreta reputazione al suo esterno, forse perché gli altri fanno peggio, o forse per qualche risultato raggiunto. Di fronte alle chiusure di altri – come in Piemonte o in variegate voci politiche -  occorre posizionare la Valle sulla propria capacità di gestire la propria specificità e di cogliere le opportunità dei cambiamenti e delle riforme in corso: che oltre ad essere utili allo sviluppo offrono una nuova linea d’azione per i prossimi anni, anche nei rapporti con Roma (sullo Statuto) e con Bruxelles (su norme e politiche).