di Enrico Martial
(Gazzetta Matin, 6 luglio 2015)
Malgrado le alte montagne che la proteggono, la Valle è ben
inserita nel sistema europeo. I grandi fenomeni economici, sociali e culturali arrivano
anche qui.
Il dibattersi greco tra instabilità balcanica e impegno
europeo è un grave caso specifico di un processo di decennale trasformazione. L’integrazione
europea non è questione buonista o retorica da portare nei licei o nelle
bancarelle, ma un’armonizzazione di norme e di comportamenti decisionali,
nell’amministrazione, nelle imprese e nei cittadini, come sistema di diritti e
di doveri. La stessa Italia si è largamente modernizzata grazie al contesto
europeo, per quanto rimangano vivaci sacche di cattiva amministrazione e debole
politica. La pace interna tra gli Stati, la stabilità esterna rispetto a un
mondo rissoso, e anche uno sviluppo economico aperto in un mondo globalizzato
sono risultati visibili anche dal punto di osservazione valdostano.
Le regole sono simili dappertutto, in Bretagna, nel
Peloponneso e in Valle d’Aosta, dagli appalti alle norme ambientali, dalle
regole di bilancio alla trasparenza e funzionamento amministrativo, e ora nei
fatti anche nel mercato nel lavoro. Per noi oggi, esse richiedono capacità di
comprensione, di governo e d’azione non soltanto dai vertici regionali, ma da
tutto il sistema valdostano. Per stare al passo nell’Europa integrata è necessario che le nostre scuole, la nostra
amministrazione, le nostre imprese – Casinò compreso – funzionino più o meno come
fossero in Baviera o in una provincia olandese. Ritardi formativi, eccessi di
personale, rigidità corporative, freni all’innovazione, complicazioni cartacee dell’amministrazione
sono ostacoli allo sviluppo della Valle. La tempesta che si è addensata dopo la
crisi del 2008, ora aggravata con il caso greco, richiede una più alta
coscienza e responsabilità di tutti. Occorre migliorare in fretta ciò che
facciamo al nostro interno.