martedì 19 gennaio 2016

La Moneta Valdostana

(Gazzetta Matin, 18 gennaio 2016)

Nell’ultima settimana abbiamo assistito a un vivace teatrino sulla zona franca e su una moneta valdostana. Dietro alle due espressioni si celano processi banali e praticabili, cioè la possibilità di manovrare le aliquote di alcune imposte, come già anticipato dalla legge sul federalismo fiscale del 2009 e dall’altra uno sperimentato sistema di scambi fondato sulla permuta. Tutta roba molto più noiosa che parlare di zona franca e di moneta valdostana.

Eppure non è soltanto una questione di comunicazione, è vera passione politica per la specialità valdostana. Pur apertamente europea, la Valle d’Aosta che spedisce i figli all’estero, che viaggia, che legge di tutto non può rinunciare ad una pulsione di specificità e di autonomia, e un po’ anche di chiusura, di particolarismo. Anche in un momento di stanchezza dell’autonomia, zona franca e moneta valdostana sono stimoli formidabili per sostenitori e oppositori.

La politica valdostana dovrà riconoscere l’impraticabilità di mettere in piedi una dogana e di far una monetina in tempi di euro e di scambi globalizzati. Si concentrerà forse sul possibile, cioè sulla modifica delle aliquote (chiedendo una norma di attuazione dello Statuto). La Regione non potrà far molto sul sistema di scambi, che sono già regolati dal codice civile, salvo coinvolgere le poche partecipate compatibili. Alla politica resterà come ai valdostani il rammarico del grande sogno.


L’osservatore esterno non può invece che guardare affetto questa Valle che non molla, che tiene ferma la sua specialità. E’ un sentimento che attraversa tutti quanti. Chi arriva da fuori è sempre stupito per la vitalità politica, per la neve, per il paesaggio incredibile che si vede da Aosta verso il Rutor, da Rhêmes, Gressoney, Cerellaz, dalla casa di ogni valdostano. Sono rumori e luci, persone e conoscenti, cibo e tempi, qualcosa di propriamente valdostano. Se fra quattrocento anni la Valle sarà abitata da qualcun altro, foss’anche da tibetani convertiti e coperti con il burka, è probabile che parleranno di zona franca e di moneta. 

E saranno certamente divisi in vari partiti politici in gran lotta tra loro.