(Gazzetta Matin, 20 aprile 2015)
Ci sono 1685 buone ragioni per
essere positivi. In un momento di disincanto italiano se non di rigetto per la
politica, 1685 valdostani si candidano per le elezioni comunali, in una
dimensione territoriale fatta di altitudini, paesaggi, comunità e persone. A
volte con una sola lista, frutto di accordi di persone e di governo, a volte
con due o tre liste, raramente su schieramenti precostituiti, spesso per
diverse visioni del futuro del proprio paese. Certo, non tutto è poesia e tenue
acquarello: gli scontri sono anche forti, anche personali. Il ritorno alla
prevalenza del Consiglio rispetto al Sindaco nei piccoli comuni ridurrà molte
tensioni e restituirà il senso del lavoro collegiale di cui, a distanza di
tempo, parla con passione un Carlo Perrin, come avviene nei cantoni e nei land
svizzeri e austriaci, e come si ritrova nelle pagine di Arend Lijphart, per chi
volesse approfondire.
1685 candidati sono un grande
valore per una comunità di 130 mila persone, che partecipa alle vicende
personali e alle proposte, caso per caso. E’ un processo trasparente, di cui
tutti parlano per strada, sui giornali e negli incontri anche casuali, tra
critiche, battaglie, schieramenti e commenti, battute, speranze e progetti. E’
un punto di forza di cui non solo andar fieri, ma da proteggere e coltivare.
Perché dietro c’è una comunità,
la stessa che cercava senza successo Henri Putnam nel Mezzogiorno, che
raccontava Carlo Cattaneo dei comuni lombardi, che si trova nelle pagine e nelle
lettere di Chanoux e del canonico Bréan. E’ una comunità che si protegge e si
coltiva da sola, per lo stesso fatto di condividere uno spazio piccolo, bello e
familiare, una piccola patria di luoghi e d’identità condivise. Un po’ è anche
da proteggere, come fanno coloro che ritrasmettono il senso del volontariato, della
vita comune dei paesi, anche nell’organizzazione degli eventi.
Rassicura il fatto che rispetto
all’Italia in Valle esistano partiti vivaci e stabili, anche dal differente
formato, che i loro esponenti si interessino ai principi della cittadinanza
attiva (come un Piero Floris) o al rinnovamento dei partiti in Europa (come un
Ennio Pastoret), e che facciano anche le battaglie quotidiane. Per questo è positivo
che in Regione si mantenga e si rafforzi la trasparenza della politica, grazie
ai giornali, e come testimonia il controllo sociale solido e attento del passaparola,
che già accenna e si inquieta di possibili elezioni in autunno.
Enrico Martial