giovedì 12 febbraio 2015

Confondere le priorità non aiuta


(Gazzetta Matin, 9 febbraio 2015)
Bene ha fatto Laurent Viérin a dire che non era faccenda di poltrone. La questione dell’autonomia è infatti al centro del dibattito, e il tavolo politico che avviato con la Constituante a Cogne dovrebbe essere il metodo. Il problema dell’autonomia dovrebbe venire prima delle politiche di settore e prima delle posizioni di governo, che sono strumentali e subordinate. Il futuro della Valle d’Aosta come soggetto autonomo nel quadro della Repubblica è oggi al centro dell’agenda politica: l’UVP, a Cogne, ha avuto il merito di sottolinearne la priorità.

Da fuori Valle i segnali negativi si rafforzano. Pur nell’ottima elezione del Presidente della Repubblica, diversi osservatori hanno notato che nel discorso alle Camere non solo non v’era riferimento alle autonomie, ma neppure alle Regioni e ai territori. Chiamparino, Presidente della Conferenza delle Regioni, dove siede anche la Valle d’Aosta, ha rilanciato questa settimana la proposta di fusione delle Regioni, disegnando una specie di ritorno al Regno di Sardegna. Il Ministero degli Affari regionali della dimissionaria Lanzetta continua a impugnare leggi regionali dinanzi alla Corte costituzionale. In Parlamento mancano gli Emilio Lussu e cresce un neonazionalismo (antieuropeo) che si respira persino nella Lega nord.

La battaglia ipotizzata a Cogne faceva immaginare il superamento degli steccati recenti. Per dare gambe al nuovo disegno sono stati tracciati nuovi equilibri, e lo stesso presidente del Consiglio Valle ha annunciato le proprie dimissioni in questa prospettiva. Il percorso era corretto, a condizione di tener centrale il tema dell’autonomia, e secondarie le questioni di poltrona e le politiche di settore.

In questo senso è importante che il tavolo di Cogne prosegua. Se l’Union Valdôtaine organizza un evento a Pont-Saint-Martin, è bene che tutti siano presenti, anche l’UVP, e se la Regione stabilisce di ricorrere sulla legge di stabilità perché viola i principi statutari e pattizi, dopo opportuna verifica, si potrà sostenere l’iniziativa indipendentemente da maggioranze e minoranze.

Poi sulla scuola, su quell’opera pubblica, sulla gestione dei rifiuti, oppure sui treni si potrà mantenere la dialettica, anche aspra, e confermare i ruoli di maggioranza e opposizione. Al contrario, mescolare tutto, treni, poltrone e autonomia aiuta solo a rinfocolare ostilità personali e incomprensioni. E’ meglio fare un passo alla volta, secondo le indicazioni di Cogne.

Enrico Martial