venerdì 11 settembre 2015

Non rifiutare le politiche dei rifiuti


(Lo Spiffero, 10 settembre 2015)


Fa bene Chiamparino ad affermare che non è necessario un secondo inceneritore per gestire in modo autosufficiente i rifiuti piemontesi. È invece un peccato rilevare non solo la confusione ma il ritardo politico e culturale con cui la Lega Nord, per voce del suo responsabile per le politiche ambientali (qui sullo Spiffero) affronta la questione. È comprensibile solo perché fa il paio con il ritardo italiano sul tema dei rifiuti, in particolare in alcune regioni.

L’incenerimento è una soluzione in via di superamento. Le politiche occidentali, dei Paesi europei e dell’Unione europea puntano alla riduzione della quantità del rifiuto in discarica, per mezzo della differenziazione, del riuso e della riduzione in origine. La questione non è solo tecnica, di sigle come ATO, ISPRA, CCS e TMB: è anzitutto politica, cioè di posizionamento del Piemonte (e dell’Italia) sulla questione. La Lega, ma anche una parte dell’amministrazione centrale (come in una parte dello “Sblocca Italia”) conferma una predilezione per il passato. Anche la responsabile torinese del forum sull’ambiente PD (qui sullo Spiffero) trova ancora oggi la scorciatoia dell’incenerimento come  rassicurante rispetto al rifiuto per strada a Napoli e a Palermo.

Invece in Danimarca, Svezia, Germania gli inceneritori di 10-15 anni fa mancano ora di carburante, perché è andata avanti la raccolta differenziata. La Scozia è da ascoltare in Lega non solo per le questioni di indipendenza ma anche per lo “zero-waste-scotland”. La prospettiva politica di dopodomani  è persino nell’economia circolare, su cui è aperta in questi giorni la consultazione pubblica della Commissione europea. Anche l’economia cambia: in Italia, rispetto alle lobby che vogliono costruire casermoni da rifiuto da 120 milioni di euro, il mercato dei consorzi di riciclo si è meglio irrobustito, così come quello delle imprese che raccolgono, separano e rivendono. Il solo fatturato del riciclo degli imballaggi (CONAI e indotto) supera i dieci miliardi di euro annui.

Il Piano di Chiamparino ha il merito di restare nelle linee guida europee e di tendere a una riduzione dei rifiuti che faccia superare il problema. Il compito culturale della politica è di stare almeno al passo, di guardare avanti e non indietro: alla Scozia e a Berlino, per superare i cassoni verdi che mescolano vetro, cartoni e organico, inguardabili nel centro della Torino del 2015.

*Enrico Martial, coordinatore Scelta Civica Piemonte





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